Passi dolomitici e prove moto, ecco cosa ne pensa Transdolomites con il comunicato stampa

 

 

Nel momento in cui si vuole giungere a prendere delle decisioni circa la regolamentazione del traffico sui passi dolomitici ed appena archiviata l’ultima edizione della Maratona dles Dolomitites   di domenica 3 luglio con migliaia di ciclisti a precorrere le strade dei passi dolomitici, in questi giorni  con l’effettuazione dei test europei  delle moto Yamaha negli stessi ambienti  la Val di Fassa  dà l’ennesima dimostrazione dell’anarchia e della mancanza di coerenza di come si intende gestire il Patrimonio UNESCO a pochi anni dal suo riconoscimento in  tema di trasporti.

Se questo è “ il ritorno di  immagine che la Val di Fassa vuole offrire esaltando in questo modo l’ambiente dolomitico” siamo convinti che questa non sia la migliore delle soluzioni da adottare .Ritengo sia parlare di anarchia sia pertinente perché se da una parte opera la Fondazione Dolomiti UNESCO per favorire la presa di coscienza tra le popolazioni dolomitiche circa il valore ambientale e di gestione della regione dolomitica ed il fare rete, sui territori poi si opera con iniziative  che vanno esattamente nella direzione opposta .

Azioni che danno anche il senso di una mancanza totale di responsabilità se consideriamo   che il prossimo autunno ci sarà la visita del Commissario dell’UNESCO per valutare le politiche di gestione delle Dolomiti per verificare se sussistono le condizioni per il rinnovo del riconoscimento di Dolomiti  Patrimonio dell’Umanità.

Poiché sul rinnovo di questa certificazione il tema della gestione della mobilità pesa come una spada di Damocle, mi chiedo se sono queste le credenziali che la valle di Fassa intende offrire!!!!!!

Mentre nelle valli di Gardena , Badia , nel Veneto anche in previsione del sopralluogo UNESCO  il dibattito sulle progettazioni delle nuove ferrovie dolomitiche procede serrato e con il Ministero dei Trasporti ci si accorda, la valle di Fassa deve ancora battere un colpo. Ma cosa pensa ; che qualche “ eroe o visionario “ così come lo definite sia sufficiente a tirarvi fuori dai guai del problema dei trasporti che da anni sta allontanando   dalla  valle   sempre più turisti?

Fare turismo non significa tirare dentro di tutto o di più tanto per riempire letti. Significa fare delle scelte e sulla base delle scelte essere coerenti nel portarle avanti.

E mai come oggi fare delle scelte è vitale . Ma le scelte si fanno non per vivere alla giornata, bensì prevedendo scenari di sviluppo che sempre più coniughino le  esigenze ambientali con l’economia montana.

Di questo tipo di economia la  montagna ha   bisogno per garantire un futuro di crescita alle popolazioni locali e soprattutto ai giovani che di futuro ne vedono ben poco in questo modo di far turismo.

In Sudtirolo, come in altre realtà  alpine ,l’ obiettivo è promuovere il turismo 365 giorni all’anno e la scelta è caduta con convinzione sull’offerta della nuova qualità della mobilità fatta dall’andare a piedi, in bici, treno, mezzi pubblici, mentre  la prospettiva che in Fassa si continua vedere come futuribile è semplicemente un minestrone fatto di  motori.

Auto private, motocilisti che sfrecciano a tutta velocità e che creano pericolo a loro stessi, agli automobilisti e soprattutto ciclisti, con marmitte ben aperte per far sentire i loro rombi fino in cima alle vette dolomitiche.

Sì , il rumore, il peggiore degli inquinanti che qui viene esaltato anziché essere combattuto.

Non ce l’abbiamo con i motocilisti, bensì con coloro che questo fenomeno dovrebbero governarlo così come in vari territori turistici si sta cercando di fare. E la cosa che fa più piacere è che sono gli stessi motociclisti a chiederlo .

Sicuramente   la  moto, rispetto all’auto, permette una migliore immersione di montagna, ma della montagna non vanno esaltate le sue di prestazioni e non quelle di un mezzo motorizzato per essere brillanti in sorpassi sempre più azzardati e per accorciare i tempi di percorrenza delle strade dolomitiche.

Nessuno è maestro di coerenza , ma se ben ci guardiamo attorno, ciò che sta crescendo è la consapevolezza e del valore del patrimonio naturalistico e di quanto esso rappresenta in termini di potenziale per un turismo dolce.

La Valle di Fassa , dispone in questi termini di un  patrimonio di un valore incalcolabile ed ancora non se né resa conto . Da tutto il mondo vengono a studiarlo nell’inconsapevolezza di ancora tanti che vi risiedono e operano come imprenditori.

Ha in casa una ciclabile  invidiabile , sia pur con la necessità di poterla   migliorare, ma si accorge si averla perché mancano alcuni chilometri i alta valle per i suo completamento.

Ma forse non sarebbe meglio pensare di utilizzare al meglio quanto già disponibile di questa infrastruttura anziché fermarsi al fatto che c’è e basta?

La valle di Cembra non ha una ciclabile , ma sta lavorando al progetto. Ma ciò che colpisce in modo positivo è che lì hanno già un idea di come la vorranno utilizzare.

Faccia riflettere su quale e quanto  lavoro spetta alla valle di Fassa per comprendere il vero valore naturalistico che rappresenta il suo territorio, e quante opportunità sono legate ad una nuova offerta di mobilità dolce e pubblica. Mentre in valle di Fiemme da anni d’estate si tengono due giornate di Fiemme senza auto che tanto contribuiscono alla presa di coscienza sul tema mobilità e tra residenti e turisti e mentre anche la valle di Cembra si muove con convinzione in questa direzione, chiedo; ma la Valle di Fassa non si è  ancora posta questo interrogativo? Non ha  ancora pensato che magari unirsi  alla Valle di Fiemme  in questo tipo di esperienza sarebbe una grande opportunità?

Non sarebbe magari i caso di pensare a sottoscrivere con i vettori ferroviari di Trenitalia e Deutsche Bahn degli accordi di partenariato in modo che il treno sempre più sia il mezzo utilizzato per arrivare alle città di Trento e Bolzano e con i transfert pubblici e privati il turista venga poi portato in valle? Noi queste proposte da settimane le abbiamo depositare in forma scritta alle APT di Fassa e Fiemme ma siamo ancora in attesa di riscontro mentre già da maggio il sottoscritto ha incontrato Deutsche Bahn per promuovere queste operazioni.

Quanto dovremo ancora attendere perché chi di dovere si renda conto che la soluzione finale del problema traffico sarà avere una ferrovia che nelle valli dell’Avisio sraà la soluzione per portare da “ casa alle valli di Cembra, Fiemme  e Fassa “ coloro che le sceglieranno come destinazioni per i loro soggiorni?

 

Cordalmente.

 

Massimo Girardi

Presidente di Transdolomites.

Cell. 320.4039769

 

 

L’articolo che da notizia delle prove della Yamaha

Passi dolomitici e prove moto

 

 

 

 

 

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