La ferrovia come circonvallazione della Valle di Fassa e come modello di mobilità per le Dolomiti
Il comunicato stampa di Transdolomites del 13 agosto 2016.
Come da “ tradizione” in questo periodo nelle ore di punta la valle di Fassa è soffocata da code di traffico chilometriche. Anche tre ore di coda per percorrere pochi chilometri per giungere da Moena a Canazei.
C’è chi pensa che questo è buon segno, vuol dire che c’è gente. Non lo mettiamo in dubbio. Il traffico a dirlo istintivamente è il barometro della presenza di turisti in zona. Ma non c’è solo il tempo libero; c’è che deve spostarsi per lavoro , per necessità familiari e poi ci sono i servizi di trasporto pubblico .E’ una quotidianità che viene compromessa. Ma compromessi sono anche gli sforzi di promozione delle località turistiche che nel giro di pochi giorni vengono compromessi da una offerta di vacanza del tutto lontana dalle aspettative di chi cerca in queste zone l’occasione per rilassarsi, Ed inevitabilmente anche la vicina Valle di Fiemme viene coinvolta da queste situazione di negatività.
Il problema mobilità da anni è il principale dei motivi che allontanano i turisti dalla valle di Fassa . Detto fuori dai denti , rimettere in moto la proposta delle circonvallazioni stradali di Pozza di Fassa e Canazei parrebbe essere la soluzione al problema del ingorghi stradali. Non c’è dubbio che togliere il traffico di attraversamento dei paesi vorrebbe dire dare sollievo ai centri abitati e fluidificare il traffico ma se andiamo a vedere in altre realtà dolomitiche dove le circonvallazioni le hanno fatto da anni si sono rese conto che queste non hanno risolto il problema alla radice . La scelta ferroviaria per la Cortina- Bolzano, la proposta della nuova ferrovia Belluno –Agordo – Alleghe , assieme ai nuovi progetti che si stanno sviluppando nel territorio alpino dimostrano che l’alternativa è quella di investire sulla rotaia e non sulla gomma.
La valle di Fassa proprio per il fatto che è carente di infrastrutture stradali ha in mano l’opportunità di proporre una soluzione che la possa rendere veramente autentica. Ma serve coraggio e lungimiranza. La proposta radicale di Transdolimites è congelare i progetti delle circonvallazioni e progettare la vera circonvallazione della valle da Moena a Penia; la ferrovia come metropolitana di superficie. E per ricaduta avviare in tempi rapidi la progettazione del collegamento con Cavalese e con la valle di Cembra e Trento e premere con determinazione sull’avvio della progettazione dei collegamenti ferroviari mancanti nelle Alpi Centrali.
Perché ribadiamo la necessità di avere lungimiranza? Nel 2026 è programmato l’entrata in esercizio del nuovo traforo ferroviario del Brennero. Si calcola che Bolzano in futuro sarà raggiungibile in meno di 5 ore di treno da 100 milioni di persone. La sfida è essere in grado di rispondere a questa nuova domanda di mobilità con scelte innovative ed in linea con quanto sta avvenendo sull’asse ferroviario del Brennero. L’obiettivo è di dare continuità al progetto del Brennero facendo sì che i collegamenti ferroviari di vallata siano i capillari come il sistema sanguigno del corpo umano. Deve essere ben chiaro a tutti che chi arriva nel territorio alpino in aereo o in treno ha necessità di servizi e la ferrovia rappresenta la soluzione per dare continuità al viaggio.
In tempi ove la disponibilità di liquidità pubblica è limitata , la qualità delle scelte da farsi è fondamentale per ottimizzare gli investimenti dei soldi pubblici.
E’ dimostrato in tutte le salse che il peggiore degli investimenti è quello sulla mobilità privata. Faccia specie lo studio dell’Eurispes a riguardo le Libro Bianco dei Trasporti dell’Unione Europea; il trasporto privato costa ad una famiglia media italiana 17 volte in più rispetto a quello pubblico. Ciò significa che se le località turistiche vorranno essere concorrenziali nel contesto delle loro offerte di soggiorno non potranno fare a meno di fare anche questo tipo di valutazioni.
Ora mentre nelle valli dell’Avisio si dormono sonni pesanti e si vive di se e di ma, il Vice Ministro ai Trasporti Riccardo Nencini ha dichiarato che a settembre ha intenzione di convocare un tavolo di concertazione al fine di cercare la soluzione al finanziamento del nuovo collegamento ferroviario Calalzo-Cortina e la Val Pusteria.
La domanda è questa ; può l’immobilismo della politica locale e delle associazioni di categoria condannare questa valli ad essere emarginate dal corso ferroviario che sta pervadendo le Dolomiti ?
Pensiamo di no e siamo convinti che la forza delle idee e della costanza dovrà produrre una nuova classe politica in linea con i tempi e con le esigenze del futuro. Dovrà giungere il momento nel quale per stimolare il risveglio della politica la si dovrà toccare sul punto nel quale essa è più sensibile; “ le careghe !!!!!! “
Cordialmente.
Massimo Girardi
Associazione Transdolomites
Cell. 320.4039769