Ferrovie in Trentino; tanti anni di chiacchiere ma nessun vero progetto è stato realizzato. Il comunicato stampa di Transdolomites

 

L’idea di una rete ferroviaria di collegamento intervallivo che si sviluppasse parallelamente all’affinamento del progetto della nuova ferrovia del Brennero   prese corpo  nel 2008.

La redazione del Piano Urbanistico Provinciale  doveva consolidarsi proprio sullo scenario di una rete ferroviaria provinciale   in grado di connettere  tra loro le principali  realtà  del territorio  e di migliorare  l’accessibilità al corridoio del Brennero.

Ciò che stava alla base del pensiero di quei anni non era l’obiettivo di realizzare un’opera ferroviaria, bensì un’infrastruttura con l’ottica  di uno sviluppo bilanciato tra le valli  ed una riqualificazione e valorizzazione di ambiti territoriali  a valenza strategica , soprattutto turistica. Lo slogan di vari soggetti politici di allora  era di intervenire per salvare la montagna . Una strategia di mobilità pensata perché in seno al Governo provinciale di quella legislatura  si resero conto  che i territori montani rischiavano la marginalità . Senza connessioni con il contesto nazionale, europeo, mondiale, le potenzialità delle comunità  in futuro non avrebbero avuto  modo di esprimersi con la probabilità di uno spopolamento delle valli da parte dei giovani.

Un investimento di 3,5 miliardi di Euro ( che in realtà sarebbero stati non meno di dieci miliardi di Euro a seguito della stima che in parallelo e segretamente venne condotta in Svizzera utilizzando i parametri del costruendo tunnel ferroviario del San Gottardo)

Fatto sta che tale investimento venne ritenuto in sede di Giunta Provinciale di Trento del tutto sostenibile per il bilancio provinciale. Il paragone che in quei anni si fece con le spese sostenute in opere stradali ; 2 miliardi di Euro in dieci anni ( senza che nessuno obiettasse sulla loro sostenibilità economica o si chiedesse giustificazione) . Questo ordine si spesa si prevedeva venisse  orientato  sull’opzione ferroviaria senza perciò prevedere variazioni di spesa sul bilancio provinciale.

La  “ cura del ferro” dunque venne ritenuta  strategica per il Trentino  per il trasporto delle merci e delle persone e coerentemente il 3 dicembre 2013 sugli organi d’informazione l’Assessore Mauro Gilmozzi annunciò il bando per l’approfondimento  per la proposta della ferrovia delle valli dell’Avisio e lo stanziamento di un milione di Euro  al fine di dotare la P.A.T di uno studio sufficientemente articolato per muoversi poi nella ricerca di finanziamenti  e nell’ottica della sempre maggiore visibilità delle Dolomiti Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

Sotto il profilo politico questo percorso venne “ rafforzato “ in sede di Consiglio Provinciale il 12 giugno 2014 con la mozione N. 38 votata all’unanimità la quale impegnava  la Giunta provinciale  “ ad avviare nel più breve tempo possibile lo studio di fattibilità di una ferrovia che colleghi Trento  con le valli dell’Avisio , approfondendone , tra l’altro gli aspetti finanziari”.

Sulla stessa lunghezza d’onda con una mozione  del 2016 elaborata da Transdolomites sullo stesso quesito si sono espresse favorevolmente le Comunità di Valle di Cembra, Fiemme, Comun General de Fascia, e d i comuni di Pozza, Soraga, Moena, Predazzo, Ziano, Cavalese, Castello-Molina, Capriana, Altavalle, Cembra-Lisignago, Giovo, Segonzano, Trento .

Se poi alle citate mozioni affianchiamo quelle degli altopiani cimbri  con i comuni di Luserna, Lavarone, Levico,Caldnazzo, Tenna, e Magnifica Comunità deli Altipiani Cimbri per il progetto di mobilità alternativa tra la Valsugana  e i citati altipiani,  risulta che un bacino di 175.000 cittadini per mezzo della voce democratica delle istituzioni sul territorio si è espresso con la richiesta al Governo provinciale di elaborare  i progetto di mobilità e di procedere con il confronto con la società civile.

A distanza di anni la risposta a Trento è stata la  totale indifferenza. Una assoluta mancanza di rispetto nei confronti della sovranità di Consiglio Provinciale , Comunità di Valle, Comuni, sedi ove si esprime la volontà dei  cittadini che con il proprio voto hanno scelto coloro che in tali sedi avrebbero dovuto rappresentarli.

È stato uno schiaffo nei riguardi degli stessi cittadini e della loro richiesta di partecipare attivamente alle decisioni per il loro futuro.

Per quanto riguarda le Valli dell’Avisio, il Garda, Valsugana, Valli del Noce , nemmeno uno straccio di progetto è stato portato a termine in questo dieci anni. Una cosa semmai vale la pena denunciare ; la volontà di dare maggiore visibilità delle bellezze del Trentino si sta traducendo passo dopo passo con i progetto di interramento di parziali tratti della ferrovia Trento-Mezzana.

Interrare un’eccellenza che invece meriterebbe di essere di essere resa il più possibile visibile e  avvicinabile dai viaggiatori. Interrare una ferrovia per trasporto persone; una cosa che in Svizzera non si sognerebbero certo di approvare. In una provincia che della bellezza e del paesaggio dovrebbe  farne un cavallo di battaglia trovando nella ferrovia un elemento di eccellenza in questo senso ,   c’è una cosa  da nascondere sono semmai le infrastrutture stradali .

Fatto sta che le continue retromarce da parte del Governo provinciale attuale hanno cercato nei costi un alibi.

Un alibi che pare facile raccontare ai trentini, perché a molto facile raccontare che costruire una ferrovia è un investimento impegnativo, nascondendo allo stesso tempo alla società civile quanto c costano le strade.

Ma non tutti la pensano così. Basta guardare alla riunione di Eusalp del settembre 2018 che ha avuto luogo a Genova.

In vista della prossima Presidenza italiana, l’Assessore regionale al Turismo e Trasporti Claudio Restano ha sottolineato che le reti ferroviarie secondarie necessitano di interventi al fine di garantire  una migliore accessibilità da parte dei territori alpini alla rete di trasporto principale.

Alla riunione erano presenti esponenti tecnici e politici di Liguria, Piemonte, Lombardia, Provincia Autonoma di Bolzano, Friuli Venezia Giulia, Veneto e Valle D’Aosta. E il Trentino dov’era ?????

Se tale è la posizione comune in ambito Eusalp sul versante italiano la questione non è di soldi ma DI VOLONTA’ POLITICA  E DI ATTENZIONE NEI RIGUARDI DI UNA NUOVA OPPORTUNITITA’ DI CRESCITA PER I RISPETTIVI TERRITORI.

Con forza allora chiediamo a tutti i candidati in lizza per le elezioni provinciali del 21 ottobre 2018 di non lasciare andare in prescrizione la mozione provinciale N. 38/2014  per la ferrovia delle Vali dell’Avisio. Anzi: allargare lo spirito di questa a tutto il conteso del Trentino nel quale si attendono risposte concrete ai problemi della mobilità. Mobilità e non nuove strade.

I candidati parlino meno alla pancia della gente ed invece diano un concreto segnale di impegno per una vera politica dei trasporti coerente con quanto avviene nel conteso dell’Unione Europea.

I danni ambientali e sociali che  i trasporti producono a livello mondiale non sono un problema di altri ,ma un problema anche del Trentino.

Il nostro giudizio  riguarda al momento chi ha governato e non ha saputo dare risposte concrete. Ma esso  riguarderà anche il futuro  Governo provinciale e  dal 22 ottobre osserveremo le  prossime decisioni in materia.

Dunque l’occasione per una severa diffida a tutti i candidati a non spendersi in facili promesse opportuniste ma a metterci magari concretamente la faccia aderendo alla piattaforma online , dibattito pubblico promossa da Transdolomites.

 

 

Cordialmente.

 

Massimo Girardi

Presidente di Transdolomites

Cell. 320.4039769

www.transdolomites.eu  

 

 

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