Assemblea dei soci di Transdolomites, 28 aprile 2017. Il comunicato stampa.
A
Nel testo del comunicato abbiamo provveduto a riprendere alcuni passaggi forti e salienti della discussione . Questo anche per quanto riguarda alcuni affermazioni verbali decise ma volte a dare indicazione di come potrebbe svilupparsi l’azione di Transdolomites nei prossimi mesi.
Testo.
L’assemblea ordinaria dei soci di Transdolomites si è sviluppata secondo due percorsi .
La prima parte soggetta a delibera secondo l’ordine del giorno ha affrontato la relazione nella quale è stata ricordata l’attività del 2016, presentazione analitica, discussione e approvazione all’unanimità del rendiconto economico sempre anno 2016 che si chiude in attivo di € 2381,69. Relazione e rendicontazione che verrà pubblicata in rete sul sito www.transdolomites.eu .E’ stata presentata l’attività svolta nei primi mesi del 2017 informando della delibera del Direttivo in data 30.03.2017 con la quale si è deciso di allargare dagli attuali 5 a 7 membri il Direttivo stesso. Con questa decisione si è voluto associare alla buona volontà dei singoli, una sempre maggiore rappresentatività dei territori nei quali opera Transdolomites , e parallelamente la professionalità dei suoi componenti. Esso sarà così composto. Quirino Zulian che subentra ad Andrea Zulian , Giuseppe Spazzali, Giuliano Poier, Mario Forni, Massimo Girardi, Flavio Ferrari ( nuovo) mentre la settima nomina sarà ratificata con la costituzione con atto notarile il 19 maggio prossimo della Sezione Valtellina e Valchiavenna di Transdolomites. Ie dicisa l Direttivo di Transdolomites rimarrà in carica sino al 31.12.2018.
Le seconda parte dell’assembla si è sviluppata sulle discussione dei punti non soggetti a delibera ma che hanno rappresnetato la parte più partecipata e più profonda della serata .
E’ stato relazionato a riguardo l’esito positivo del convegno sui trasporti alpini del 20 aprile. E’ stata presentata l’idea di promuovere a Trento la costituzione del Laboratorio di Mobilità Alpina “ TransAlpMobility” che nelle prime intenzioni guarda all’organizzazione in città di due serate che si propongono di coinvolgere cittadini, Associazioni, Scuole, Università, Ordini, la politica cittadina e provinciale, a affrontare assieme il tema appassionante corposo della mobilità cittadina , provinciale , alpina con uno sguardo del tutto proiettato al futuro per una pianificazione di largo respiro per una mobilità sempre più orientata sul trasporto collettivo e sempre meno centrata sulla mobilità privata. Riduzione dei veicoli in circolazione, urbanistica, riduzione del consumo di territorio , energia, paesaggio, piani urbanistici connessioni alpine ed europee, biodiversità, politiche sociali e trasporto pubblico saranno alcuni dei temi che faranno parte di questa prima esperienza che vuole poi allargarsi anche al Sudtirol e contesto di Alpi Centrali e forse oltre.
Di questo percorso farà parte la presentazione e la discussione del Manifesto per la Mobilità delle Alpi Centrali e delle Dolomiti che Transdolomites ha già provveduto a Presentare al Vice Ministro ai Trasporti Riccardo Nencini a Roma il 28 settembre 2016.
A seguito i punti riguardanti la situazione legata alle Petizioni per il progetto ferrovia Valli dell’Avisio e la proposta di consultazione popolare per la ferrovia medesima.
Petizione ai Consigli Comunali
La Petizione per il progetto di collegamento ferroviario Trento con Penia di Canazei, attraverso le valli di Cembra , Fiemme e Fassa nel quesito prevede che i Consigli Comunali dei comuni delle Valli dell’Avisio compresa la città di Trento chiedano che la Giunta Provinciale della Provincia Autonoma di Trento in attuazione della mozione N. 38 approvata dal Consiglio Provinciale della Provincia Autonoma di Trento in data 12 giugno 2014, promuova il progetto di collegamento ferroviario della Città di Trento con le valli di Fiemme e Fassa attraverso la valle di Cembra, tenendo conto delle esigenze della mobilità locale all’interno di ciascuna valle e nel contempo tra di esse, e impegnandosi a concludere lo studio di fattibilità e ad inserire l’opera in questione negli strumenti di programmazione previsti dalla normativa provinciale, predisponendo il piano stralcio della mobilità relativamente a tale opera, ai sensi dell’art. 52 c. 3 della L.P. 3/2000, previa intesa con le comunità interessate”
La documentazione relativa alla petizione in oggetto è stata consegnata a tutte le liste politiche ( maggioranza e opposizione ) facenti parte di consigli comunali di tutti i comuni della valle di Cembra, Fiemme, Fassa, città di Trento e Comune di Lavis. Non avevamo indicato un termine entro il quale presentare e deliberare nei rispettivi Consigli l’Atto depositato, mentre nella lettera di accompagnamento abbiamo indicato il 31 gennaio 2017 il primo termine nel quale avremmo provveduto a fare una prima verifica.
Ad oggi si sono espressi , Comun General de Fascia, le Comunità Territoriali delle Valli di Fiemme e Cembra, comuni di Giovo, Cembra, Altavalle, Cavalese, Tesero, Ziano. In tutte queste Comunità e Comuni la mozione è passata con votazione favorevole.
Restano fuori lista alcuni comuni della Valle di Fiemme mentre in Valle di Fassa nessun comune ha ancora discusso la petizione.
A distanza di alcuni mesi dalla presentazione dell’azione di Transdolomites, esprimere un unico giudizio ci pare un grosso errore. Più facile ipotizzare una serie di considerazioni che possono andare dalla dimostrazione di menefreghismo, alla disattenzione, alla superficialità. L’azione politica della nostra associazione era e resta il coinvolgimento totale delle istituzioni e con esse dei cittadini.
Quanto emerge da questo primo censimento è segno di mancanza di rispetto non nei confronti di Transdolomites ma dei cittadini che i pubblici amministratori si sono persi in carico di rappresentare nel nome del bene comune. Bene comune che troppo spesso viene sbandierato nelle competizioni elettorali ma in sostanza relegato a miopi visioni all’ombra del proprio campanile e orfani di una capacità di guardare un po’ più in là.
Poiché siamo dinnanzi ad una proposta di pubblica utilità destinata a segnare il futuro dei territori, il nostro auspicio è che questo forte richiamo colpisca nel segno. Chiediamo che se vi sono comuni non elencati nella lista citata ma che hanno affrontato la questione ne diano pubblico avviso. Confermiamo la nostra disponibilità a riconsegnare la petizione ai comuni richiedenti qualora la documentazione sia stata smarrita nella prima consegna.
Dichiariamo allo stesso tempo che non accetteremo nessuna azione di insabbiamento e che entro la fine dell’estate 2017 procederemo ad una nuova verifica. Da qual momento in avanti renderemo pubblico il nuovo elenco dei comuni che avranno discusso e deliberato la petizione. Teniamo a chiarire che deliberare significa dare una risposta in senso affermativo o negativo.
La consultazione popolare
La discussione ha avuto lo scopo di promuovere tra i soci una prima seria discussione sul questa azione con l’impegno di convocare nell’autunno 2017 una nuova Assemblea nella quale discutere e deliberare definitivamente l’operazione.
Allo stesso tempo abbiamo inteso dare una prima comunicazione esterna con la quale far comprendere con siamo dinnanzi a ad una timida ipotesi ma parliamo di una seria convinzione;
- Non proponiamo una consultazione popolare perché siamo sicuri di vincerla. Non abbiamo nessuna sensazione a tale riguardo.
- Riteniamo sia un atto dovuto, un segno di rispetto e di coinvolgimento nei riguardi dei cittadini. La necessità di avere una tripla legittimazione dopo quella totale scaturita in Consiglio provinciale nel 2014 e quella ancora parziale con le delibere delle Comunità di Valle e Consigli Comunali
- Avere paura di esporci in una consultazione di questo genere sarebbe come avere paura della propria idea
- Ci giochiamo sino in fondo la proposta che abbiamo lanciato nel 2009.
- Non mettiamo a questo punto in gioco la nostra associazione, ma il futuro delle valli dell’Avisio. Sino ad oggi il lavoro sporco lo abbiamo fatto noi, al prezzo di derisioni , di ignobili lettere anonime dai contenuti da vero schifo per mano di personaggi che meritano solo l’appellativo di “ VIGLIACCHI E CODARDI” e che non hanno raggiunto solo l’associazione ma anche persone esterne aa essa. Lettere che da tempo sono state depositate presso uno studio legale.
- Se comunque dobbiamo riconoscere i tanti attestati di stima, ancora troppi sono coloro che nel corso di questi anni come gli struzzi hanno tenuto la testa nascosta nella sabbia. Dovrà giungere il momento di stanarli e far si che si assumano in pubblico le loro responsabilità. Il nostro appunto non riguarda a questo punto solo la politico ma i rappresentanti delle associazioni di categoria. Molti di loro a distanza di anni non hanno ancora promosso al loro interno un serio dibattito sul tema della ferrovia dell’Avisio. Pensiamo che nelle Assemblee di valle degli albergatori di Fassa e Fiemme sino ad oggi l’argomento non è ancora stato inserito in un ordine del giorno e che proprio il turismo sarebbe il primo destinatario di questa proposta assieme ai residenti.
- Ma mettere in gioco questa idea significa molto di più . Le società degli impianti di risalita saranno disposte a rischiare di veder scemare l’idea di una ferrovia che li metterà in rete a livello locale ed internazionale? Dinanzi a questo scenario saranno esse disposte a veder scemare il potenziale degli investimenti milionari già operati e in previsione? Lo stesso vale per quelli operati nelle singole aziende alberghiere? Saranno disposte queste valli a vedersi precludere questo tipo di opportunità correndo così il rischio di essere tagliate fuori da un percorso che altri territorio sono ben convinti di intraprendere. Essere coinvolti un questo tipo di ragionamento e scelta comporterà il rischio di tagliarsi le gambe non per uno o due anni ma per un tempo anche indeterminato.
- Si guarda all’auto elettrica come la soluzione radicale dei problemi della mobilità . Ma ne siamo veramente così sicuri? Il Nord Europa a tale riguardo già sta smentendo questa convinzione che da noi è appena agli albori.
- L’utopia non avere una ferrovia nella valli dell’Avisio bensì pensare che senza di essa le Dolomiti siano raggiungibili dai tanti nuovi turisti che si stanno spostando nel mondo per ferie. E non parliamo solo dei cinesi.
- Se consultazione popolare sarà e con l’obbiettivo di associarla alle elezioni provinciali 2018 , essa dovrà rappresentare un vero e proprio terremoto politico che dovrà fare sentire i suoi effetti anche al di fuori delle valli dell’Avisio. Dovrà dare voce alle istanze che anche in altri territori puntano sulla mobilità pubblica come nuovo modello di sviluppo. Dovrà avere lo scopo di portare nelle istituzioni una classe politica che abbia una vera cultura su questa tematica perché il futuro delle Dolomiti e della Alpi sarà legato alla nuova strategia sui trasporti. Come testualmente detto da Girardi, è che se si vuole guardare al futuro con concretezza sia a livello politico e che di associazioni di categoria la necessità è di avere persone con i COGLIONI:
- Quello che ieri sera attraverso i punti elencati ( lo abbiamo detto in Assemblea) è l’alzarsi di una brezza , il suono della piccola campana. Se consultazione sarà, quello che dovrà poi alzarsi dovrà essere una vera tromba d’aria.
E’ stato infine affrontato il tema dei finanziamenti. Ad esempio è stato l’articolo di una rivista molto qualificata in tema di trasporti che in una uscita dei giorni scorsi ribadisce una cosa che la nostra associazione da tempo sostiene: I soldi per i nuovi progetti non ci sono? No , mancano le idee. Ma perché mancano le idee? Perché manca un metodo, manca una pianificazione, manca la capacità o la voglia di capire la domanda. E per fare ciò bisogna leggere i territori, scorgere la domanda: non quella attuale , di chi usa i mezzi pubblici ma di quella di chi vorrebbe ma non può. E’ necessario , parlando di infrastrutture , studiare la stabilità della domanda e la sua evoluzione nel tempo: al 2020, al 2030……….. Continua la rivista: Abbiamo detto tante volte che l’Italia continua ad accumulare deficit in termini di spesa sanitaria futura perché ha un sistema di mobilità insufficiente e inadeguato. Dall’analisi comparata della produttività dei nuovi sistemi di trasporto collettivo si sede propria , con un massiccio investimento sulla mobilità pubblica si ridurrebbe la spesa pubblica con un risparmio stimato tra i i 2 e 5 punti di PIL in 10 anni. Ma è nessario che tutti facciano la loro parte: lo Stato assista e dia supporto e gli Enti locali che riprendano a pensare e progettare i territori.
Questo concetto e la necessità di una ritrovata progettualità la nostra associazione lo predica da anni. Verrà mai il momento nel quale anche i Trentino lo comprenderà veramente?
Cordialmente.
Massimo Girardi
Cell. 320.4039769